Black Jack 2009

Dal gol al ‘pluf’: la leggenda di Davide, il Messi dell’autobus 53

Il 25 luglio torna in campo per il Memorial Nicola Monno, ma il suo vero stadio resta l’autobus dell'Amtab

22.06.2025 13:11

Tutti da bambini sognano di diventare Messi o Ronaldo, di segnare quel gol al 90esimo minuto sotto la curva, con la folla che urla il tuo nome come se fossi un dio del pallone. Ma poi c’è Davide Cataldi, che ha deciso di rinunciare alla fama e ai riflettori per inseguire un sogno molto più… insolito.

Avete presente quel suono magico quando si apre la portiera dell’autobus cittadino? Quel “Pluff”  che ti entra in testa come dopo una mangiata di cozze (con tanto di mal di pancia), mentre cerchi disperatamente un water per sederti e ti lasci cullare dal dolce ondeggiare del mezzo di uno svuotamento intestinale? Per Davide, quel rumore è la vera colonna sonora della vita.

Per il ragazzo nato e cresciuto a San Girolamo, il calcio era un affare serio. Poco più che bambino, era già il tamburino ufficiale dei vecchi UCN Bari allo stadio San Nicola, il cuore pulsante della tifoseria barese (tesi mai suffragata da riscontri tangibibili). Ma anche il ritmo incalzante del tamburo non bastava a saziare la sua fame di vita. Non era la sua “strada”. Così, ha provato la “via” del calcio vero (sempre secondo la sua versione fantasiosa), giocando nel Liberty, una delle squadre storiche di Bari. Qui, da difensore, guadagnava la bellezza di 1.500 euro al mese. Una cifra che oggi sembra un miraggio per tanti ragazzi dilettanti.Mah, sarà…

Eppure, anche quei “soldi” non erano abbastanza per il nostro Cataldi. Perché lui ha capito che la vera gloria non si misura in gol o stipendi, ma nel numero 3 dell’autobus Amtab che percorre le strade a nord di Bari. Avrà trovato ispirazione dal duo comico Toti&Tata che negli anni 90 sulle note “sul numero 3 no perchè proprio sul più bello ti scippano l'uccello”, ma quel momento Davide ha capito quale fosse la sua vera carriera, il suo campo di battaglia, il suo stadio.

Mentre i tifosi da bambini sognano di ripercorrere le gesta di Ibraimovic, lui indossa con orgoglio la divisa dell’autista, che sia il numero 3 o 53 che brilla più di qualsiasi trofeo, cambia poco. E mentre gli altri si scaldano per una partita, il ragazzotto di San Girolamo si scalda per il traffico di Viale Europa, per le vecchiette con le buste della spesa che salgono a bordo… più intrigante di qualsiasi speaker che urla il tuo nome dopo un gol e di quel suono - “pluff” -  più arrapante di una curva che esulta dopo la rete che ti consegna la coppa del Mondo.

Quando il suo figlioletto gli chiederà: “papà, ma perché non sei diventato un calciatore famoso?”, lui con orgoglio e con un sorriso sornione risponderà, mentre apre la portiera con quel suono unico, che vale più di mille applausi o dei milioni di Lautaro.

Ma attenzione, perché il nostro eroe della portiera non ha detto l’ultima parola: il 25 luglio tornerà in campo per il Memorial Nicola Monno, pronto a sfoderare le sue doti da difensore… o forse solo a far sentire la sua presenza in mezzo al campo! Insomma, anche se la sua vera carriera è sull’autobus, ogni tanto il richiamo del pallone si fa sentire. 

 

Articolo ironico!

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