Black Jack 2009

L’ultima notte di Saverio Traversa: Black Jack, tra emozione e storia

17.07.2025 11:17

Il 18 luglio non sarà una data qualunque. Al centro della festa dei biancorossi, c’è un momento che resterà impresso nella memoria di tutti: l’addio al calcio giocato di Saverio Traversa, storico calciatore e simbolo di una squadra che ha saputo scrivere pagine indelebili nel libro del calcio biancorosso.

Arrivato giovanissimo, appena 17enne, quasi all’alba della storia del Black Jack, nel 2010, Traversa è stato molto più di un semplice terzino. Personalità travolgente, ha incarnato i valori della “famiglia Black”: spirito di sacrificio, unità, passione per la maglia. In campo sempre grintoso ma mai oltre le righe, fuori punto di riferimento per compagni e tifosi.

Nessuno dimenticherà i suoi duelli, i suoi tackle, e quella grinta animalesca che ha portato il Black alla conquista di due indimenticabili scudetti consecutivi — 2010 e 2011 — e a disputare tre finali di Champions da protagonista.

La scelta di dire addio non è giunta improvvisa: il fardello fisico dei continui infortuni e la volontà di lasciare il campo “nel momento giusto” hanno guidato Saverio verso questa decisione sofferta ma ragionata. Durante la cena di chiusura della stagione, la sua voce rotta dall’emozione ha annunciato il ritiro, lasciando la sala in un velo di commozione.

Ma il calcio, come la vita, è fatto di passaggi di testimone. Il minuto 28 della prima partita del triangolare con Aeterna e Scissionisti avrà un peso simbolico: Saverio Traversa lascerà il campo per l’ultima volta, cedendo la fascia da capitano a Stefano Tataranni, nuova guida e anima rigenerata di un gruppo che non vuole smettere di sognare.

Nel cuore del Black Jack, però, nulla si perde davvero. Traversa lascia il tappeto verde, ma è già pronto a restare all’interno della dirigenza biancorossa, con un ruolo nello staff tecnico. Il suo contributo continuerà a essere fondamentale nel costruire il futuro, sotto lo sguardo fiero di chi ha dato tutto per questa maglia.

Le parole del nuovo capitano Tataranni lo raccontano meglio di ogni statistica: “Il Black Jack è una famiglia. Saverio ne è stato il cuore. Indossare la fascia è una responsabilità che sento profondamente, dopo tutto ciò che lui ha rappresentato per noi”.

In questo addio, c’è anche il passaggio di testimone generazionale. A commuoversi non sono solo i veterani: la promessa fatta dai giovani come Antonio Naselli — “Ti renderò fiero, maestro” — è la certezza che lo spirito di Traversa continuerà a vivere ancora a lungo.

Che la festa del Black Jack sia allora una celebrazione felice, mista a quell’emozione che accompagna il saluto ai grandi. Perché le leggende, anche se parliamo di calcio amatoriale, non si spengono mai davvero: cambiano solo ruolo, continuando a ispirare chi viene dopo di loro.

Domani il Black Jack dirà grazie al suo capitano. L’addio è solo al calcio giocato: la storia, Saverio, resta tutta tua.

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