

Memorial Gianni Caffaro, Lombardi: "Gianni è ancora qui, tra i sorrisi dei bambini"
Il presidente della New Football Academy racconta l’uomo dietro al mister: «Era un esempio per tutti noi».
A poco più di un anno dalla sua scomparsa, Bari si prepara a rendere omaggio a una figura storica del calcio giovanile: Gianni Caffaro. Venerdì 30 maggio, a partire dalle 15.00, il centro sportivo Cofit ospiterà un torneo dedicato ai Pulcini, la categoria che più stava a cuore al mister ed ex calciatore del Bari. Saranno 12 le società coinvolte, in una giornata che si preannuncia non solo come festa di sport, ma anche come un tributo autentico a chi ha fatto del calcio una missione educativa.
Ne abbiamo parlato con Francesco Lombardi, presidente della New Football Academy Bari e amico fraterno di Gianni Caffaro.
Presidente, come nasce questa iniziativa?
“E' nata dal desiderio profondo di onorare la memoria di un uomo che ha dato l’anima per lo sport e per i ragazzi. Con Gianni ho condiviso un lungo cammino, iniziato negli anni ’90 al Green Park e proseguito fino agli ultimi tempi al Cofit sempre nel segno della crescita dei giovani. Non potevamo permettere che il tempo ne affievolisse il ricordo: volevamo celebrarlo così, con il sorriso dei bambini in campo”.
Perché proprio un torneo tra Pulcini?
“Perché era la sua categoria del cuore. Gianni amava lavorare con i più piccoli, seguirne i progressi, accompagnarli passo dopo passo. Vederli divertirsi era la sua più grande soddisfazione. E così, abbiamo pensato che un torneo dedicato ai Pulcini fosse il modo più autentico per ricordarlo: dodici società riunite, tanti piccoli atleti, un pomeriggio di calcio vero”.
Ci sarà spazio anche per il ricordo, oltre al torneo di calcio?
“Alle 15, prima del calcio d’inizio, ci sarà un momento di raccoglimento. Non un discorso formale, ma qualcosa di sincero, come era lui. Un saluto, un pensiero, uno sguardo al cielo. Con noi ci saranno la sua famiglia, amici storici, colleghi che hanno condiviso con lui anni di passione e dedizione”.
Come si è riusciti a mettere insieme un evento di questa portata?
“Con l’aiuto di persone che hanno conosciuto e voluto bene a Gianni. Mimmo Marzullo, Massimo Marzullo – suo figlio e presidente regionale dello CSEN – Luigi Pappagallo dell’AIAC e mia figlia Sabrina: insieme abbiamo unito forze e cuore per costruire qualcosa di speciale. Volevamo un evento sentito ma anche organizzato con cura, e ognuno ha dato il meglio di sé”.
Lei ha conosciuto Gianni molto da vicino. Che uomo era, al di là del ruolo di allenatore?
“Era un uomo riservato, non amava i riflettori, ma era sempre lì. Presente, disponibile, preciso. Sapeva ascoltare, consigliare, insegnare. Ha lasciato un’eredità silenziosa ma potente: quella dell’impegno quotidiano, della serietà, dell'amore autentico per il calcio come scuola di vita. Per me è stato un amico vero, e per tanti ragazzi, un maestro indimenticabile”.
