Black Jack 2009

Aston Birra pigliatutto: Rizzi non sa più dove mettere i trofei, Vernone lancia missili e Pierno ha rotto il tasto Off

Quando manca la benzina, c’è Pierno; quando serve un missile, c’è Vernone; quando serve vincere… c’è sempre l’Aston Birra. E le coppe si moltiplicano

28.06.2025 13:27

Ormai non fa più notizia: l’Aston Birra del presidente Gianmarco Rizzi si porta a casa anche il trofeo “Tutto in una notte”, e questa volta lo fa superando ogni tipo di difficoltà. Senza due colonne come Genchi e Ahmed, i granata sfoderano una prestazione da urlo e battono l’Aeterna ai calci di rigore, in una finale che ha tenuto tutti col fiato sospeso. Complimenti anche agli avversari, protagonisti di una gara stratosferica.

Tutti parlano sempre di Rizzo là davanti, uno che in area di rigore sembra avere il permesso di soggiorno permanente, ma la verità è che segna così tanto che ormai il pallone lo saluta per nome ogni volta che entra in porta. Se c’è una rete da gonfiare, lui c’è: i difensori lo vedono arrivare e già sanno che finiranno nella sua collezione di “vittime illustri”. Con una media gol che fa impallidire anche i migliori bomber del torneo, Rizzo trasforma ogni pallone che tocca in una potenziale sentenza, o l'acqua in vino come Gesù Cristo.

Ma oggi parliamo di chi di solito non finisce sui poster: Davide Vernone. Se hai la sfortuna di beccarti una pallonata in faccia da lui, scordati la classica scena da cartone animato con gli uccellini che girano intorno alla testa. No, qui si parla di blackout nazionale, chiamata al 118 e magari pure cambio di identità. La palla parte, tu pensi “vabbè, è solo una pallonata”, poi ti svegli e sei in un’altra nazione. Vernone più che un difensore è una centrale nucleare con i piedi.

E poi c’è il mio pupillo, Pierno. Ieri ho cercato di contrattare la sua cessione con il papà, Sabino. A Bari si dice “cia da fa, è tempo perso”. Ma secondo voi, uno che alza trofei un giorno si e due pure, deve abbandorare la barca? Sul campo è un motorino che non si spegne mai, neanche dopo due ore di gioco. Se lo guardi, ti gira testa per quanto si muove. Visione di gioco, gamba, e – nonostante un fisico esile – una grinta nei contrasti che lascia tutti a bocca aperta. Se gli chiedi di fare un altro giro di campo, ti chiede pure il cronometro per battere il record.

Diciamolo: Rizzi ormai non sa più dove mettere le coppe. La bacheca è piena, il polverone dei trofei si alza ogni volta che ne aggiunge uno nuovo. Forse è il momento di lasciarne qualcuna anche agli altri… ma conoscendo l’Aston Birra, non ci sperate troppo.

 

 

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