Black Jack 2009

L'editoriale: Tartarino al Milan e poi torna? Questo non è più il suo Bari

03.10.2018 11:26

Bari -Noi lo sapevamo già. Perché gliel’avevamo letto negli occhi quel giorno là all'Olimpic, quando giocare in amichevole con il Milan  era più bello che giocare le partite ufficiali con il Bari. Quando la serie B era un gigante che non osavi nemmeno sognare e all'Entella c’era gente a cui si dava del tu senza volerlo.

Noi lo sapevamo già, che Cristian Tartarino sarebbe arrivato in alto due volte: una volta con l'Entella, un’altra volta con una grandissima squadra. Per questo non ci siamo stupiti quando ci si è ritrovati ad abbracciarsi due volte in due anni: prima per gridare “alziamo la coppa con l'Entella e poi per urlare “torneremo in A con il Bari”. Per questo non ci stupiamo oggi, quando tutti i giornali dicono con certezza che Tartarino sarà il prossimo team manager del Milan. Sì: il Milan dove ci sono più soldi e più lodi, il Milan che vuole tornare grande affidandosi alle intuizioni di chi ha sempre saputo creare qualcosa di bello dove prima non c’era nulla.

Niente di ufficiale, per carità: ma se due galli nel pollaio come Giovanni Patruno e Cristian Tartarino litigano su tutto e sono d’accordo solo su "uno dei due deve andare via", qualcosa vorrà dire. Patruno ora sta facendo grandi cose a Bari: una coppa di B vinta, una finale persa con l'Entella che non era affatto scontata, un campionato fin qui splendido, una serie di “Tartarinate” che hanno sorpreso soltanto chi non conosceva Cristian e le sue capacità. Staremo a vedere, facendo il tifo per lui (non per il Milan, ovvio: noi tifiamo Bari e basta).

Però, mentre aspettiamo di saperne un po’ di più, a noi vengono in mente un po’ di immagini. E la prima immagine che ci viene, chissà come mai, è l’ultima: Tartarino che chiede selfie ai giocatori del Milan nell'amichevole a Bari.

Con la gente che non capiva cosa diavolo avesse da da chiedere ai rossoneri quello lì, che lasciava la piccola Entella  per andare nel grande Bari,  passando dalla porta principale. Che cosa chiedi le foto ai giocatori del Milan, Tartarino?

Piangeva perché lui, illuso, aveva un sogno diverso: lui, illuso, sognava di andarci con il Bari in serie A. E lui, illuso, ci credeva più di chiunque altro.

Piangeva perché si immaginava i palcoscenici degli stadi più belli, le sfide con l’Inter e la Juve, i giornalisti importanti e le pagine sulla Gazzetta. E mentre li immaginava capiva che gli sarebbero mancati gli spogliatoi luridi e fatiscenti dell' Olimpic, le amichevoli estive con il Brescia, le chiacchierate con Gervasi  e le sue interviste con la Bl Jack Tornei

Ci viene in mente l’immagine di Cristian che dopo un gol segnato da Gervasi si gira a cercare dietro la panchina Patruno per andare ad abbracciarlo, forse perché sapeva che era lì che bisognava andare per stringere il cuore più biancorosso di tutti.

Ci dicono di augurargli ogni bene. Di rifondare il Milan, vincere un paio di scudetti e magari sognare una finale di Champions League. E poi di tornare al Bari, perché questa è la sua casa.

Noi però , questo, non glielo auguriamo: troverebbe che qui le cose sono cambiate. Troppo cambiate. Irrimediabilmente cambiate.

Nicola Biancoli: "Pasquariello è una prima donna. Se non è motivato che vada pure"
Torino, che beffa. Il Bologna pareggia nel finale