
L'autogol clamoroso di
Matteo Fedele si è concluso con un bel lieto fine: pace fatta tra lui e i tifosi biancorossi, che hanno perdonato l'errore fatale del calciatore svizzero, costato 2 punti alla squadra del patron
Giancaspro, regalandogli una sciarpa poco prima della seduta d'allenamento. Un bel gesto, accolto da tutti con un sospiro di sollievo, con il classe '92 che ha ringraziato chi gli ha rinnovato la fiducia. Dunque, spazzativi i cattivi pensieri e l'ombra del calcio scommesse, non resta che capire come mai Fedele si sia trovato proprio in quel momento davanti alla porta.
In settimana la città si è espressa più volte sul tema tattico. Per giorni e giorni, prima dell'esonero di
Stellone, i
supporters dei galletti avevano chiesto a gran voce un cambio di modulo. Il
4-4-2 del tecnico romano non convinceva la piazza, che avrebbe preferito che il Bari scendesse in campo con il caro e vecchio
4-3-3, con cui ormai si ha un rapporto di amore e di odio.
L'avvento di
Colantuono, in tal senso, è stato decisivo, poiché si è avuto il cambio tanto desiderato. L'ex tecnico che ha fatto le fortune dell'Atalanta non è uno di quei allenatori che si sofferma più di tanto sui moduli di gioco. È uno di quelli che variano e che non fanno del modulo il suo credo. Più che altro, le sue squadre, ci hanno abituato a tanta intensità e tanta densità in fase di non possesso. U
n gioco che richiede concentrazione e tante energie da spendere. Insomma, la mente deve essere sempre fresca in qualsiasi momento. Guai a farsi trovare disattenti o col fiato corto, il rischio è quello di inciampare proprio come ha fatto Fedele.
Il calciatore svizzero, sotto la guida di Stellone, ha sempre rivestito il ruolo di centrocampista centrale, in cui la sua principale mansione era quella di dettare i tempi ed impostare dal basso. Il suo apporto è stato fondamentale nelle prime partite, in cui ha
brillato e ha
giganteggiato in mediana. Il Bari giocava bene e creava tantissimo, sia in casa che fuori. Poi, il piccolo affaticamento che lo ha fermato per un paio di settimane, è coinciso con il tracollo biancorosso e con l'esonero del tecnico ex Frosinone. Dall'infortunio, Matteo Fedele, sembra non essersi più ripreso. Nelle ultime sfide è stato la brutta copia di quel calciatore ammirato tra settembre ed inizio ottobre. E la gara contro lo Spezia è stata la sua più brutta prestazione da quando è approdato in riva all'Adriatico.

Il popolo biancorosso, che non ha perdonato durante la partita - più per la delusione del risultato mancato, che per l'errore del calciatore - ma che si è dimostrato vicino al calciatore nel post prendendo le sue parti, ha voluto attribuire la pessima prestazione alla posizione occupata dalla svizzero. Infatti, il neo tecnico biancorosso, ha proposto una nuovissima mediana, con Fedele e Valiani nel ruolo di mezzali, e Romizi al centro a chiudere il trittico. L'esperimento ha funzionato per circa 60 minuti, ovvero finché la tenuta atletica ha supportato l'enorme lavoro di contenimento e di ripartenza che i centrocampisti hanno fatto. Una volta che è venuto meno il "fiato", con l'infelice cambio De Luca-Basha, che ha di fatto regalato la mediana ai liguri, il baricentro del Bari è
arretrato pericolosamente. Il gol dello Spezia, per quanto possa sembrare casuale per le modalità, non lo è affatto. Probabilmente la squadra allenata di Mimmo Di Carlo, con i galletti in sofferenza, da li al 90' avrebbero avuto altre occasioni per trovare la rete del pareggio.
Di sicuro non è arrivato per la posizione di Fedele, che in carriera ha ricoperto più volte il ruolo di mezzala: lo svizzero, con una difesa cosi bassa, doveva necessariamente arretrare e lo ha fatto con i tempi giusti. Purtroppo quella palla non sarebbe dovuta passare, ma se l'è ritrovata proprio sui piedi, dopo il liscio clamoroso di un avversario.
Infatti, sia nel
Sion che nel
Grasshopper, è stato utilizzato come terzo di centrocampo in diverse gare. Per carità, il campionato elvetico è totalmente diverso dalla Serie B italiana, in cui conta molto avere il calciatore giusto nella posizione giusta. Però è un centrocampista che può ricoprire anche quel ruolo, tanto che Castori, lo scorso anno, lo impiegava come mezzala. Anche se il sistema di gioco utilizzato dal tecnico marchigiano era totalmente diverso da quello che Colantuono potrebbe utilizzare, poiché schierava i biancorossi emiliani con il 3-5-2.
Insomma, curriculum alla mano, sembra non esserci nessun equivoco tattico. Probabilmente la condizione atletica gli impedisce di essere competitivo come nelle prime partite. Al tecnico la palla ardente:
Fedele è il centrocampista con più qualità nella rosa allestita da Sogliano e Colantuono deve assolutamente trovare il modo di renderlo funzionale e utile alla causa barese.