Black Jack 2009

Venezia, squadra da A.

18.11.2017 10:16

Bari-Venezia si chiude con un 3 a 7 che lascerebbe poco spazio ad interpretazioni, ma, per chi ha visto la gara, è stato un risultato sudato e classifica alla mano, anche più del dovuto. Il Bari è una bella squadra, organizzata, con ottime individualità (inspiegabilmente ultima), ma tutto questo non è bastato per arginare o quantomeno impensierire più del dovuto i lagunari. Troppa qualità e troppo affiatamento in questo Venezia.

Gli uomini di Magaletti non sfoderano la loro migliore prestazione in ottica spettacolo, ma qualche torneo fa questa partita avrebbe potuto avere un esito differente. L’armonia e la compattezza, l’unità d’intenti e la “fame” di vittorie sono il cuore pulsante di una squadra, non di sette persone, ma di una squadra determinata e stritolare e triturare (sportivamente parlando) chiunque si metta tra loro e la vittoria finale.

Non ci si nasconde e non si fa demagogia: il Venezia è la squadra da battere. Il miglior attacco, la miglior difesa e la miglior differenza reti sono lo specchio di quanto si vede sul campo ogni settimana. A fare la cronaca della partita si rischia di essere monotoni: gara dominata dal primo all’ultimo secondo con poche, pochissime sbavature; colpi d’alta scuola di Cassano in attacco e Nelson in porta, la consistenza della difesa e i gran colpi di Schilardi in avanti fungono da materasso per la serata dei veneti. Si attacca in 7 e si difende in 7, si corre, si pressa, si fa gol. Cosa chiedere di più? Poco altro, se non l’umiltà di rimanere coi piedi per terra e la consapevolezza che non si è fatto nulla; avere autostima di sé stessi è fondamentale cosi come essere coscienti delle proprie forze, ma occhio a non fare voli pindarici e salire sul piedistallo. Ci vuole poco a cadere, specialmente se ci si mette dal basso a muoverlo. Forse il Green Park farebbe bene ad introdurre il prezzo del biglietto per gli spettatori, sempre più presenti ai bordi del campo: questo Venezia è uno spettacolo.

Parma, ennesima sconfitta. Ore contate per Franco Marzolla. Pronto Gino Sifanno?
Palermo, rialzati!