Black Jack 2009

Sifanno rivede Strati e chiude il caso Cozzoli: “Lasciamolo lavorare tranquillo”

Sifanno e Strati, già arbitri insieme nel 2013 in un triangolare con le vecchie glorie del Bari, si sono ritrovati ieri a bordo campo, condividendo ricordi e aneddoti del passato.

17.09.2025 09:52

Certe storie ritornano, anche a distanza di anni. E il quadrangolare disputato ieri ha riportato alla luce vecchi volti e vecchi episodi che hanno segnato la memoria storica dei tornei baresi. Tra gli spettatori presenti, infatti, c’era anche Simone Sifanno, attuale vicepresidente del Black, con un passato da arbitro e dirigente nella realtà della Black Jack tornei, al fianco dell’attuale presidente Monno.

Proprio nel 2013, Sifanno arbitrò – insieme a Guido Strati – un triangolare con le vecchie glorie del Bari Calcio. I due, ritrovatisi ieri a bordo campo, hanno condiviso un momento disteso, tra chiacchiere e aneddoti di un calcio più semplice e forse più romantico. Una scena che ha riportato il tempo indietro di oltre un decennio, in un clima sereno e lontano dalle tensioni delle ultime settimane.

Tensioni che hanno riguardato indirettamente anche il tecnico Alessandro Cozzoli, al centro di alcune dichiarazioni interpretate come critiche da parte dello stesso Sifanno. Ma il vice presidente, al termine del quadrangolare, pur evitando le interviste ufficiali, ha voluto spegnere ogni polemica con una frase che sa di distensione: “Cozzoli? Lasciamolo lavorare tranquillo”, ha detto sorridendo, come a voler archiviare definitivamente ogni malinteso.

Parole che sembrano mettere fine alla presunta diatriba tra i due, chiarendo che le precedenti uscite erano solo battute mal interpretate. Nessuna frattura, nessuna spaccatura interna: solo il desiderio, condiviso, di lasciar lavorare il tecnico in un ambiente sereno e costruttivo.

Il clima ora sembra essersi rasserenato, e con il debutto ufficiale contro il Cedip sempre più vicino, per il Black è fondamentale ritrovare non solo il gioco, ma anche la compattezza fuori dal campo. E in questo senso, il gesto di Sifanno vale più di mille parole.

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