
E' la domanda che tutti i tifosi biancorossi, e non solo, vorrebbero porgergli:
perché? Perché lo hai fatto? Ogni gol dell'ex biancorosso, che ora veste la maglia
dell'Atalanta, viene accompagnato da una caterva di insulti sui social dei tifosi del
Bari che ancora pagano ciò che ha causato il calcioscommesse. Quella
Serie B da cui il
Bari non è più riuscito ad uscire. Un
purgatorio, che sembra più un
inferno, che fa male ad una piazza che solamente l'anno prima del calcioscommesse rappresentava la
sorpresa della Serie A per gioco e risultati. Il gesto di
Masiello è una
ferita che i tifosi del Bari non potranno mai ricucire e sopratutto non potranno mai perdonargli quel gesto.
Vendersi una partita è già
ignobile di per sé, un
insulto ad uno sport che dà la possibilità a giocatori e tutti coloro che orbitano in quel mondo di arricchirsi in maniera
smisurata.
Vendersi una partita vuol dire
calpestare la passione dei tifosi che, magari, hanno fatto dei sacrifici per seguire la propria squadra.
Masiello ha commesso tutto questo, e non solo. L'ex difensore del
Bari si è venduto il
derby, la partita più
importante per i tifosi, quella che viene ricordata da tutti, quella che negli almanacchi ha un sapore
diverso. Un gesto
schifoso,
ignobile e
deplorevole. E ci sarebbero migliaia di aggettivi per descriverlo. Ogni volta che calpesta il campo di Serie A, ed ultimamente segna anche tanto, tutti si chiedono:
perchè? Perché rovinare una carriera che sarebbe stata sicuramente da nazionale e da top club, perché farlo? Una risposta, probabilmente, non ci sarà mai ma una
speranza in tutti quelli che amano il calcio c'è. Masiello non merita la chiamata in nazionale anche se ora è uno dei migliori difensori italiani, sia per le doti da goleador che per quelle in fase difensiva.
E' una questione di principio, di morale e di etica. Andrea
Masiello, in
Italia, bisogna precisarlo, ha avuto la possibilità di ritornare a giocare e calcare i campi della Serie A. E già questo fa discutere,
ma la nazionale no. E' il sogno di ogni bambino quella maglia azzurra,
limpida e
pulita. Un culto per la nazione, un momento in cui la nazione si stringe attorno a 11 calciatori che vestono la stessa maglia che non merita di essere infangata da chi ha dato un
calcio alla passione, alla genuinità di questo sport. Ha pagato, come chi ha commesso qualsiasi errore,
ma la nazionale è un qualcosa di più. E' un esempio per tutti. E se
Pellè è stato allontanato per non aver stretto la mano a
Ventura,
Masiello non va considerato neanche per uno stage. Mister Ventura, da
barese a '
barese', in quello spogliatoio del calcioscommesse c'era proprio lei - che qualche settimana prima aveva chiesto alla società di allontanare Masiello- faccia valere la
moralità,
l'onesta ed il
buon senso. Che questo paese ne ha bisogno.