

L'altra faccia del match: le pagelle ignoranti di Verona-Bari
E anche oggi si vince la prossima volta. Non che non lo sapessimo per carità, d'altronde la storia del Bari la conosciamo un po' tutti e non ci sorprende quasi mai, ma questa volta eravamo a tanto cosi da infilare il colpo finale. E niente, prendiamola come al solito con ironia e sarcasmo. Ridiamoci su poiché anche questa stagione sembra scivolare nel solito anonimato e crogiolare nel solito dolore post disfatte è un'abitudine troppo consueta per il tifoso del Bari.
Proviamo, dunque, a tirarvi su il morale con le pagelle ignoranti del match del Bentegodi, appuntamento che non mancherà dopo le partite dei biancorossi.
Micai: la vicinanza con le Alpi alimenta le sue uscite a farfalle. Capitalizza al meglio la gita ai musei di Romeo e Giulietta delegando il compito di portiere dello stabile al carrozziere di fiducia, che miracoli, durante questa settimana, non ne ha fatti. Distratto.
Sabelli: non tutte le ciambelle nascono col buco e non tutti i piedi storti si possono aggiustare chiedendo consigli al podologo di fiducia. O l'asse terrestre ha cambiato inclinazione e dunque le palle subiscono una fastidiosa resistenza o qualquadra che non cosa è a monte, o meglio a valle. O forse boh, c'è sempre sempre una canzone per caso o per fortuna. Prestazione no sense.
Moras: se una rondine non fa primavera, una primavera in più avvicina la pensione. Una cosa è certa e non è la legge Fornero, che però c'entra sempre - chissà perché. La gallina vecchia fa buon brodo e non è il caso del capitano greco. Birbantello e sobrio come poche volte nella sua avventura biancorossa, rimembra che non è cosi anziano per poter usufruire dei benefit di fine carriera e si ricorda di aver giocato a calcio in un passato non molto remoto. Diga.
Tonucci: a volte confonde il rettangolo verde col tatami e quell'oggetto sferico per una suocera. Le da e non le riceve, e questo, oh, è un pregio - beato lui. Però la suocera non si tratta mica cosi: per la miseriaccia è una di famiglia, non si scalcia cosi brutalmente. Un po' più di fiducia non guasta. Tenace ma con tanti limiti.
Cassani: corri Forrest corri. Tranquillo Mattia non è a te, puoi restare al tuo posto, d'altronde l'equilibrio precario delle tue scarpe non può essere messo cosi in pericolo. Poi Pazzo chi sbuca alle spalle, sono dei pirati della strada senza scrupoli. O no? Non male, malissimo.
Fedele: con il suo zaino è partito dalla Svizzera per trovare le sfere del Drago (che citazione!). È lontano da realizzare l'impresa, anche perché Crilin aspetta nell'Aldilà e non vede l'ora di riabbracciare "Goku chi sei non lo sai", ma dai ci siamo quasi. Tra un paio d'anni ci siamo, forse riuscirà ad essere costante. In Ombra.
Basha: "Gianni l'ottimismo è il profumo della vita" l'avete presente? Ecco, non c'entra niente. Ad ogni modo, il migliore a centrocampo è lui. C'è da preoccuparsi. Sorprende.
Romizi: uscito da una canzone di J-Ax il buon Marcuccio fa quel che può, anche se non è tanto. Però nella vita non si sa mai, tutti possono imparare, d'altronde anche le mucche fanno muu e le capre fanno bee, ma mai è più o meno come fa un piccione. Bene, ma non benissimo.
Brienza: la classe non è acqua, quindi ubriachiamoci di Ciccio. È come la luce di un lampione a mezzogiorno o come un gatto nero alle 4 del mattino in aperta campagna o come un bicchiere di Vodka tra mille bicchieri d'acqua. Quando si vede fa differenza. Prestigiatore.
Furlan: "Ho perso le parole, eppure ce le avevo qua un attimo fa. Dovevo dire cose, cose che sai, che ti dovevo, che ti dovrei". Ho perso le parole.
De Luca: nel suo vero campionato le porte sono più grandi ma più basse e ha bisogno di tempo per adattarsi. Peccato che agli ultimi tornei di gigantolandia non sia riuscito ad incidere come fa nel Bari. Sarebbe arrivato un peluche tutto per lui se avesse vinto. Impreciso ma utile.
Maniero: in carenza di panzerotti, si affida principalmente alla focaccia per tenersi in forma. Però, dai, anche del crudo di mare va bene, anche se in questo caso è indispensabile un po' di limone per non incorrere in spiacevoli convenevoli. Attaccato alla maglia.
Valiani: sostanzialmente fa il suo. Poi, che sia troppo poco o che sia troppo, non conta cosi tanto. A volte si può, altre volte no. Questa era la volta no. Meglio dall'inizio.
Fedato: ben tornato. Non ci sarà pietà neanche per te.
Colantuono: rischia la prima espulsione. Burino e coatto, cosi ce piace.