

"Simo, dov'è finito il Brufen?" – La scommessa (non pagata) tra i cugini Mazzeo e Sifanno anima il post-partita
Nel calcio amatoriale si gioca per passione, per sudore, per i tre punti. Ma a volte, anche per un Brufen. Sì, avete capito bene
Nel cuore pulsante del quartiere San Paolo, dove le partite contano quanto un derby di Serie A, il match tra la selezione locale e il Black Jack è stato solo il teatro di una sfida più intima e familiare: quella tra i cugini Simone e Francesco.
Mazzeo, alla sua seconda presenza con i biancorossi, aveva stretto un patto goliardico con suo cugino Sifanno, vice presidente del Black Jack e per l’occasione allenatore ad interim della selezione sanpaolina. In palio non c’erano soldi, né cene, né magliette autografate, ma qualcosa di molto più... farmaceutico: un Brufen, il classico antinfiammatorio da post-gara.
Le ragioni della scommessa restano avvolte in un alone di mistero e ironia. Forse era un modo per sdrammatizzare la tensione del match, o forse un segno dei tempi, dove anche i dolori muscolari vogliono la loro parte. Fatto sta che la sfida è finita, il campo ha parlato, ma il Brufen ancora non si è visto.
A ricordarlo è lo stesso Francesco Mazzeo, con un sorriso amaro ma deciso: “Simo, dov’è finito il Brufen?”
Una domanda semplice, ma carica di aspettative. Il San Paolo ha perso, è vero, ma l'onore delle scommesse va rispettato. E nel microcosmo del calcio di quartiere, dove tutto si sa e nulla si dimentica, il debito va saldato. Anche (e soprattutto) se si tratta di un blister di ibuprofene.
Ora la palla – o meglio, la scatoletta – passa a Simone Sifanno. Che farà? Onorerà la scommessa o lascerà il cugino con i dolori post-partita?
Una cosa è certa: al prossimo incrocio tra le due squadre, oltre al risultato sul tabellone, ci sarà un occhio puntato sul banco della farmacia.