Storie

Il destino scritto nel nome: Marino Defendi

19.02.2017 12:43

Sei arrivato in città in punta di piedi, in una squadra retrocessa dalla A alla B e con addosso uno dei più grandi scandali calcistici italiani. Non hai mai detto una parola al di fuori del contesto, ti sei allenato con dedizione e con amore verso questo sport. Ti sei conquistato la fiducia dei pochi tifosi che assiepavano le gradinate del San Nicola prima di quella clamorosa rimonta che tutti ricordano ancora con piacere. Marino Defendi il suo destino ce l'aveva nel nome. Marino deriva dall'aggettivo latino Marinus, ossia appartenente al mare. E Bari ha un legame col mare indissolubile: dall'estrema periferia di Santo Spirito fino a quella di Torre a mare, oltre 30 chilometri di costa della città di San Nicola bagnata dal Mar Adriatico. Ed è proprio qui che ti sei ritagliato il tuo spazio, ma non come calciatore, perché quelli vanno e vengono, ma come uomo. Gli uomini restano ed entrano nel cuore della gente quando dimostrano il proprio amore. Tu l'hai fatto, hai dimostrato che per essere calciatori non basta saper dare del tu ad un pallone. Ci hai fatto capire che nel mondo del calcio ci sono tanti omini legati al proprio tornaconto personale, ma che assieme a questa categoria ce n'è un'altra, in cui abbondano quelli come te, quelli come noi. Quelli che credono che questo non sia solo un gioco, quelli che credono che correre dietro ad una palla non sia solo una cosa da idioti. Ci hai fatto credere che nel calcio ci siano ancora dei valori, ci hai fatto credere che nella vita un sogno può essere realizzato se ci si crede, ci hai insegnato che grazie al calcio possono nascere amicizie che durano per sempre. Hai indossato quella fascia per due o tre stagioni, e ne sono felice. Quella C che avvolge il braccio destro aveva bisogno di un cuore come il tuo, dopo tutto quello che era successo nella nostra città, nella tua città. Perché sarai nato a Bergamo, ma tu sei barese dentro e il destino ci ha concesso la possibilità di conoscerci. Ieri, quando sei venuto sotto la nord a prenderti gli applausi della tua gente, del tuo popolo, non ti nego che la malinconia stava per prendere il sopravvento. La lacrima era ai nastri di partenza e quando ti sei messo quella sciarpa al collo, è scivolata giù per la gota e l'ho dovuta fermare con l'indice della mano destra. Grazie Marino. Ci hai regalato tanto in questi anni. Sei stato il faro di una città che non vedeva più la riva. Se Bari è tornata a credere nel calcio è grazie a chi come te ama questo sport tanto quanto noi. E anche ieri, nonostante fossimo rivali, sei uscito dal campo con la maglietta inzuppata dal sudore, non era quella nostra, ma quelle delle Fere, ma era pur sempre bagnata e di più ad un calciatore non si può chiedere poiché hai dimostrato, ancora una volta, di essere un uomo.  

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