

Il problema non è venderli, il problema è non valorizzarli
Castrovilli e Scalera diretti verso Firenze per un’operazione che porterà nelle casse del Bari a gennaio 1milione e 300mila euro derivanti dalla cessione a titolo definitivo di Castrovilli ai viola. Per quanto riguarda Scalera, solamente un prestito oneroso a 250.000 euro ed un eventuale riscatto ad 1milione e 200mila euro più bonus. Quindi, una trattativa che potrebbe fruttare alla casse del Bari circa 3 milioni. Sono tanti, parecchi per la Serie B, dicono in molti. Però come sempre c’è anche l’altro lato della medaglia da analizzare in virtù anche di un mercato che offre tanti spunti: Orsolini, talento dell’Ascoli (1997), venduto alla Juventus per una cifra che va dai 5 ai 10 milioni di euro legati a dei bonus, o Morosini del Brescia venduto al Genoa per oltre 3 milioni. Insomma, gli affari bisogna saperli anche fare. Il Bari cede due gioielli a 3 milioni, una cifra tutto sommato alta ma soprattuto vitale per le casse del Bari. Tre milioni ricavati due gioielli grezzi, che non sono stati mai messi in mostra, che la Fiorentina affidandosi alle esperienze in primavera e ai pareri degli addetti ai lavori ha deciso di acquistare. Il Bari aveva due gioiellini in casa ed al posto che mostrarli a tutta l’Italia, un classe 1997 e1998, ha preferito tenerli nello sgabuzzino. <<Per mettere in mostra cosa?>> Questa è la domanda spontanea che qualsiasi persona si farebbe. Beh… Per mettere gente del calibro di Cassani, De Luca, Fedato e Martinho, giusto per citarne qualcuno. Una logica da pazzi se si pensa che i risultati sono stati sempre balbettanti e la resa di questi giocatori sia stata ben al di sotto delle aspettative. Come mai la Fiorentina investe così tanto per due giocatori che in Serie B non hanno trovato spazio? Questo bisognerebbe chiederlo a chi ha guidato, a chi guida il Bari ed alla società perché il problema non è vendere un giovane, soprattuto se lo chiede la Fiorentina o la big di turno, il problema è non valorizzare i giovani e non creare delle risorse per il futuro perché se non ci fosse stata la Fiorentina ad investire, quasi a scatola chiusa su questi due ragazzini, probabilmente il Bari li avrebbe continuati a tenere in panchina in attesa della prossima occasione, forse tra tre- quattro mesi o magari gli ultimi cinque minuti di un match già segnato. Una squadra come il Bari, che non naviga nell’oro, dovrebbe ripartire da questi ragazzi per crearsi delle basi solide per il futuro. Appunto perché Giancaspro non è un magnate ed ha dovuto risanare una situazione debitoria importante, questi ragazzi andavano valorizzati da quest’estate, magari acquistando un Cassani in meno o un Fedato in meno e dando la possibilità di esprimersi a questi ragazzi. La possibilità di esprimersi dei ragazzi costituisce il futuro e le basi della società. E bisogna farlo se non si vuole continuare a vivacchiare, ci vorrà tanto tempo ma le rivoluzioni partono dal basso sennò è giusto e continuare a rimanere nella mediocrità, nei finti progetti e nelle false speranze. Le cessioni di Castrovilli e Scalera dimostrano quanto non ci sia la voglia di aspettare, non ci sia il coraggio di lanciarli e non ci sia la lungimiranza per crescere come società. In Serie B questo comportamento è quasi una prassi: come è avvenuto con Gagliardini, un giocatore finito nel dimenticatoio per due anni a La Spezia, a Cesena ed a Vicenza e poi esploso in serie A all’Atalanta. Lanciare e dare fiducia ad un ragazzo è una questione di mentalità, di forma mentis che in Italia in pochissimi hanno. Si preferisce l’usato sicuro, che poi tante volte sicuro non è, ad un giovane con i ‘rischi’ del caso ma la possibilità di avere tra le mani una piccola miniera d’oro. Caro Bari, questa volta hai fatto un autogol! Ma non lo hai fatto ora, lo hai fatto quest’estate quando hai deciso di non puntare su due tuoi ragazzi che avresti potuto rivendere al doppio di quanto hai venduto oggi. Hai venduto il tuo oro al prezzo di una ‘pietra’ qualsiasi. Le pietre le vende chiunque… L’oro solo in pochi!