

Aston Birra, trionfo senza rivali!
La squadra di Rizzi conquista il double. Un gruppo solido e un’organizzazione impeccabile di One Soccer regalano una finale indimenticabile.
Una finale che resterà nella memoria di chi ha avuto la fortuna di viverla all’Olimpic Center di Japigia, teatro di un’atmosfera che ha riportato alla mente il calcio di una volta. Quello di paese, genuino e appassionato, dove dai più piccoli ai più grandi, semplici curiosi o veri amanti del pallone, si sono ritrovati per una sfida che, dal punto di vista tecnico, ha forse deluso le aspettative, ma che ha saputo emozionare per la sua intensità e il suo calore.
A trionfare è stata l’Aston Birra, una squadra che ha dimostrato di meritare la vittoria dall’inizio alla fine. Non è stato solo un successo sportivo, ma la consacrazione di un gruppo affiatato, costruito con pazienza e dedizione nel corso degli anni. Il presidente Rizzi può essere orgoglioso: la sua squadra ha saputo mettere in campo non solo tecnica e tattica, ma soprattutto testa e cuore.
Dellino & compagni hanno vinto perché il gruppo è solido e ben amalgamato. La maggior parte dei suoi giocatori vanta un passato importante nel panorama dilettantistico, abituati a confrontarsi con il pubblico – spesso numeroso e passionale – e a gestire la pressione di partite giocate davanti a 400 spettatori che tifano, esultano e a volte si arrabbiano per un gol sbagliato. Questo tipo di esperienza si è rivelata fondamentale.
Inoltre, la coppia Rizzo-Genchi si è confermata un vero e proprio incubo per gli avversari. La loro intesa e capacità di incidere sul gioco hanno fatto la differenza, complicando la vita agli Scissionisti, squadra che invece è sembrata sin da subito un po’ troppo arrendevole e con la testa altrove.
Un capitolo a parte merita Pierno, il cui impegno in campo è stato encomiabile. Chi scrive non ha mai nascosto che Pierno è un obiettivo del Black, ma non si può che riconoscere la sua determinazione: ha giocato tutta la gara come un cane alla ricerca del pallone in zona offensiva, dando tutto se stesso. Alla fine, ha voluto precisare di non essere un terzino, bensì un centrocampista offensivo. Dopo la gara di ieri credo non ci siano più dubbi. Nico Dellino stratosferico davanti alla difesa. Una squadra se vuole diventare corazzata deve necessariamente partire dalla difesa. L'ex Fidelis Andria è uno dei miglior difensori dell'Olimpo. Elegante e cagnaccio quando serve.
Un plauso all’organizzazione One Soccer
Non si può parlare di questa finale senza rivolgere un sentito plauso all’organizzazione One Soccer. Da ex organizzatore, ho avuto i brividi nel vedere cosa questi ragazzi sono riusciti a creare: un torneo bellissimo, condotto con correttezza dall’inizio alla fine. A parte qualche accenno di tensione – del tutto normale e presente anche nelle competizioni professionistiche – è stato emozionante assistere alla compostezza di circa 400 persone, tra famiglie, bambini e appassionati, che hanno condiviso una serata di sport e passione in un clima di rispetto e amicizia reciproca.
A vincere, quindi, non è stata solo una squadra, ma un’organizzazione che ha saputo costruire anno dopo anno un’identità forte e riconoscibile. L’Aston Birra ha dimostrato che nel calcio amatoriale – e in realtà di amatoriale c’è ben poco – la differenza la fanno la testa, il gruppo e l’immagine di una squadra che sa cosa vuole e come ottenerlo.
In un contesto dove spesso il risultato è l’unico obiettivo, questa finale ha ricordato a tutti noi che il vero successo nasce dalla passione, dalla dedizione e dalla capacità di stare insieme, dentro e fuori dal campo. E per questo, l’Aston Birra merita davvero il suo trionfo, così come One Soccer merita il nostro applauso per aver creato tutto questo.