

Black, Di Munno come Fabio Grosso: una freccia in più nell'arco biancorosso ancorosso
Un’occhiata veloce verso il cielo, la lingua che passa nervosamente sulla labbra. Lo sguardo che trasuda concentrazione, il peso di un’intera stagione sul proprio mancino. Stop, e tiro deciso. E infine la sassata più famosa di tutto il Calcio che ci Piace. L'urlo strozzato e una semifinale raggiunta: chissà se Michele Di Munno in quei sette interminabili secondi avrà ripensato anche al sudore versato nella – più o meno profonda – stagione.
Il terzino di San Girolamo diventa ancora una volta l’eroe che non ti aspetti in un torneo iniziato in seconda fila. Sì, perché in quella competizione il numero 32 della selezione biancorossa era già risultato decisivo in altra occasione. Colpendo poi al cuore un intero popolo – quello di Gabbiani – in un celeberrimo quarto di finale.
Perchè, se è vero che un operaio può fare l'artista, è difficile che un'artista possa fare l'operaio. Sarà la stagione della consacrazione per Di Munno. Ai posteri l'ardua sentenza.