Da riserva a simbolo: la crescita di Domenico Lorusso
Subentrato a marzo al posto di Cozzoli dopo un infortunio, ha trasformato un’occasione inattesa in una certezza tra i pali del Black Jack
Arrivato da Triggiano con il profilo di una scommessa, Domenico Lorusso è oggi molto più di un semplice portiere per il Black Jack. Alla sua seconda stagione in maglia biancorossa, il numero uno ha trasformato l’inesperienza in forza, conquistando con pazienza e dedizione il posto da titolare e diventando uno dei volti che meglio rappresentano lo spirito del club.
Un debutto inatteso che cambia tutto
La svolta arriva quasi per caso, nel marzo scorso, durante la sfida contro il Macedonia. Lorusso subentra a Cozzoli, costretto a lasciare il campo per un infortunio al ginocchio. Un momento delicato, che avrebbe potuto pesare sulle spalle di un ragazzo fino a quel momento considerato una riserva. Invece, è l’inizio di una nuova storia.
Quella partita segna un prima e un dopo: Domenico risponde presente, con personalità e concentrazione, dimostrando di poter reggere la pressione. Da lì in avanti, la sua crescita è costante e visibile.
Dalla panchina alla fiducia totale
All’inizio della stagione, Lorusso partiva dietro nelle gerarchie, soprattutto per inesperienza. Ma giorno dopo giorno ha saputo guadagnarsi la fiducia della dirigenza e dei compagni, entrando subito nella mentalità della famiglia Black. Non solo campo: Domenico partecipa agli eventi extra campo, vive lo spogliatoio e prende parte anche al Project, dove vanta alcune presenze.
È qui che si vede la differenza tra chi passa e chi resta: Lorusso sceglie di esserci sempre.
Il momento chiave: Real Castelluccio
Se c’è un’azione che racconta meglio di tutte la sua stagione, è quella contro il Castelluccio. Nel momento più delicato della gara, quando un episodio poteva costare caro al Black Jack, Domenico compie un intervento straordinario: intercetta Bolognino su una conclusione a portiere battuto, salvando il risultato e accendendo la partita.
Un gesto tecnico di grande istinto e freddezza, che si aggiunge alla parata del calcio di rigore sempre contro il Castelluccio, altro simbolo della sua reattività e della sua crescita mentale.
La fiducia di Cozzoli e del gruppo
Oggi Cozzoli, che da avversità è diventato allenatore, ripone piena fiducia in lui, così come tutta la squadra. Un segnale forte, che certifica il percorso di Lorusso non solo come portiere, ma come uomo-spogliatoio.
“È uno di noi”, è il sentimento che filtra dall’ambiente Black.
Un portiere che incarna i valori del Black Jack
Nel mondo Black Jack non serve essere un fenomeno per emergere: serve essere un uomo vero, con valori solidi e rispetto per il gruppo. Domenico Lorusso incarna tutto questo. È considerato incedibile dalla società perché rappresenta alla perfezione l’identità del club: sacrificio, appartenenza, umiltà e resilienza.
La sua è anche una rivincita personale, qualche sassolino tolto dalla scarpa nei confronti di chi non aveva creduto in lui. Ma è una vittoria che va oltre il singolo: è la vittoria della società, di un progetto che sa aspettare, valorizzare e credere nelle persone.
Uno sguardo al futuro
Con il posto da titolare conquistato sul campo e la stima totale dell’ambiente, il futuro di Domenico Lorusso è tutto da scrivere. Se continuerà su questa strada, il Black Jack potrà contare ancora a lungo su un portiere affidabile, reattivo e profondamente legato ai colori biancorossi.
Uomini prima che giocatori
Al Black Jack non serve essere un fenomeno per sentirsi parte di qualcosa di speciale. Serve essere uomini veri, capaci di rispettare il gruppo, sacrificarsi e credere nei valori prima ancora dei tornaconto personali.

