

Micunco in panchina come Polito: mossa straordinaria in un finale incandescente
Come l'ex dirigente del Bari, il ds biancorosso è sceso in campo per guidare la squadra: con lui anche De Chirico. Tensione alta con la tifoseria, ma la vittoria col Real Macid riapre uno spiraglio
Quando le cose si mettono male, servono scelte forti. Lo sa bene Micunco, direttore sportivo del Black dal temperamento acceso, che per la seconda volta in stagione ha deciso di sedersi in panchina per guidare direttamente la squadra. L'ultima risale alla gara poi vinta contro il Ludwig. Una decisione straordinaria, figlia di un momento delicatissimo, che ricorda da vicino la scelta fatta da Ciro Polito nella passata stagione del Bari.
Micunco non è nuovo a questo ruolo "ibrido": nella sua seconda apparizione stagionale in panchina, non si è limitato alla presenza simbolica ma ha operato un cambio tattico significativo, passando dal 3-2-1 al 2-3-1, un modulo più offensivo e propositivo che, almeno temporaneamente, ha dato nuova linfa alla squadra, specie con l'aggiunta di due attaccanti di spessore come Tangorra e Marchitelli. Ora, con De Chirico al suo fianco – leader esperto e rispettato all’interno dello spogliatoio – la speranza è quella di replicare quel mini-rilancio, ma stavolta in modo più duraturo.
La decisione arriva in un momento teso. Le frizioni tra società e tifoseria sono esplose nei giorni scorsi, con la contestazione della tifoseria e la replica piccata dello stesso Micunco: "Restate a casa". Parole che hanno ulteriormente infiammato gli animi biancorossi, già provati da una classifica che ha visto la squadra scendere vertiginosamente, in controtendenza con le aspettative di inizio stagione.
La recente vittoria contro il Real Macid ha momentaneamente placato le acque, ma il clima resta instabile. Il ritorno di Micunco in panchina rappresenta dunque una mossa drastica, ma anche un segnale chiaro: la dirigenza sa di essere sotto esame e prova a rimettersi in gioco, anche a costo di esporsi in prima persona.
Ora l’obiettivo è chiaro: chiudere al terzo posto, ritrovare compattezza e – se possibile – gettare le basi per un futuro più stabile. Ma la domanda resta: basterà questa scossa per riconquistare una tifoseria delusa?