Turitto: “Sto troppo bene al Black. Marchitelli? Amore e odio… ma è il cognato che tutti vorrebbero”
“Mi hanno cercato con insistenza, ma non lascio il Black”: l'esterno biancorosso spiega il no ai Favelas
Momento d’oro in casa Black e a goderselo appieno c’è anche Nicola Turitto, esterno della formazione biancorossa e punto di riferimento dello scacchiere di Cozzoli. L’ex capitano del San Pasquale vive settimane positive, personali e di squadra, e questa sera sarà sulle tribune del Bari Sporting Club di Loseto per sostenere il Project, dove è stato convocato suo cognato, Luigi Marchitelli: “Ci godiamo il momento positivo, ma non bisogna staccare con la testa, sarebbe imperdonabile” ha dichiarato Turitto, consapevole che il campionato entra ora nella fase più delicata.
Il ventenne spende parole importanti anche per il tecnico Alessandro Cozzoli, con cui si è creato un legame forte: “Bellissimo e molto umano. Il mister ha fiducia in me ed io cerco in ogni occasione di ricambiare. Questo fa davvero la differenza in campo"
I prossimi impegni che vedranno la sua squadra affrontare alcuni dei top team del torneo ma l'esterno biancorosso alza il muro: “Nulla è scontato. Ci sono squadre molto forti e il livello tecnico è altissimo. Questo rende le gare più combattute e più belle da giocare”.
Tra campo e famiglia, il rapporto con il cognato Marchitelli è uno dei punti più curiosi della stagione: “Stasera lo vado a vedere. Il nostro rapporto è di amore e odio, tra virgolette: ci insultiamo più di quanto ci facciamo complimenti. Ma alla fine ci vogliamo bene, anche se non ce lo diciamo”.
Da grande tifoso del Bari, Turitto non si tira indietro quando la conversazione si sposta sulla recente elezione di Antonio Decaro a presidente di Regione e sulla situazione del Bari:
“Per me il Bari è stato regalato ai De Laurentiis, ed è imperdonabile. Auguro in bocca al lupo al presidente, ma spero risolva il problema che lui stesso ha creato”.
Infine, un aneddoto che racconta quanto l'ex San Pasquale creda nel progetto Black:
“I Favelas mi hanno cercato con insistenza: sono amici, ma ho rifiutato perché qui sto troppo bene. Il Black è una società seria, ambiziosa, oltre ad essere un ambiente sano. Non lo lascerei per nulla al mondo”.

