Black distratto, Castelluccio spietato: la lezione è servita
Il pareggio col Real Castelluccio come campanello d’allarme per chi sogna in grande
Certe partite non si raccontano: si digeriscono. E quella del Black contro il Real Castelluccio appartiene a questa categoria.
Un pareggio che sa di sconfitta, maturato dopo un primo tempo di dominio e una ripresa inspiegabile, quasi rinunciataria. Una gara che sembrava chiusa e invece si è riaperta, fino a rischiare il tracollo.
È qui che nasce la riflessione: sentirsi belli e vincenti è un lusso che nessuno può permettersi, nemmeno una squadra come il Black, reduce da settimane di entusiasmo e risultati.
Il Castelluccio, al contrario, ha giocato con semplicità e umiltà, le armi migliori di chi non ha nulla da perdere. Complimenti a loro, perché hanno ricordato al Black che il calcio non premia solo chi fa spettacolo, ma chi ci crede fino alla fine.
Nemmeno una serata in stato di grazia di Luigi Marchitelli, autore di cinque reti e capace di segnare persino “con i glutei”, è bastata a tenere in piedi la baracca.
E nemmeno il solito Turitto, versione motorino Special, ha potuto raddrizzare un finale che ha lasciato l’amaro in bocca a tutti.
Quando un calciatore si ferma a protestare col direttore di gara invece di rincorrere un avversario, e da quell’azione nasce un gol, non resta che voltarsi e andare a fare la doccia: lì, negli spogliatoi, si capisce chi vuole davvero vincere e chi no, chi vuol essere parte di una famiglia e chi viene solo per mettersi in mostra.
Questo pareggio deve essere un monito, non un dramma. Una sberla che serve a rimettere i piedi per terra.
Le squadre che vincono i campionati non sono quelle che non sbagliano mai, ma quelle che imparano dai propri errori e non li ripetono più.
Il Black ha qualità, gioco e uomini per sognare in grande — ma per farlo deve ritrovare quella fame che l’ha resa speciale.
Solo così, da questa notte storta, potrà nascere una nuova consapevolezza.
Perché le grandi squadre non si giudicano dai successi, ma da come reagiscono alle proprie cadute.

