Martino, il brivido è servito: ciabattata + scivolone = leggenda
All’45’ una palla innocua di Monacelli si trasforma in panico puro. Il forte portiere del Black Jack bacia il prato dopo un’uscita horror, ma si salva (e vince). Vietato ai deboli di cuore
Se il calcio è passione, cuore e adrenalina… allora Alex Martino è la reincarnazione di tutto questo con un paio di guanti addosso. Portiere del Black Jack da ormai due stagioni – una sicurezza, dicono, anche se per osservalo all'opera il medico consiglia un elettrocardiogramma per stare sicuri – il portierone del Cep ha regalato l’ennesima perla della sua collezione di follie tra i pali nella vibrante sfida vinta 4-3 contro il Ludwig.
Siamo a cinque dal termine della partita. Il punteggio è sul 3-3. Tensione alle stelle per l'errore arbitrale che ha permesso ai biancoverdi di pareggiare, panchine in piedi con Naselli e Micunco in apnea e Vito Sivo che sembra debba azzannare un avversario per come sta vivendo il finale di gara.
Monacelli, noto per tirare delle cannonate che solitamente fanno tremare i guanti e il palo insieme, riceve palla sulla trequarti. Tutti si aspettano il solito missile. Ma stavolta, inspiegabilmente, calcia come se volesse passarla al gestore del bar del Di Cagno a fine partita. Una palla, lenta, apparentemente innocua. Una cortesia più che un tiro.
Avete presente Holly e Benji, quando Mark Lenders tira e il pallone impiega tre episodi per arrivare in porta e nel frattempo il portiere ripercorre tutta la sua infanzia? Ecco. Solo che qui, invece dei ricordi, scorrevano sudore freddo e bestemmie silenziose.
La palla rotola verso Alex Martino. Tutto sotto controllo, no? Macché.
Il numero uno del Black si fa indietro per controllarla. Forse troppa sicurezza, forse una buca nel terreno, forse una visione celestiale. Fatto sta che Martino si scompone, barcolla (chissà cosa ha bevuto prima della partita), perde l’equilibrio e rischia la frittata. La palla rotola lenta ma velenosa verso il fondo, alla sua sinistra, sfiorando il palo e uscendo per un pelo.
La panchina trattiene il fiato. Cozzoli si chiude in un mistico silenzio. I compagni stavolta non urlano. Ma alla fine, è solo panico, non è gol.
Martino, in preda a un mix di sollievo, si inginocchia e bacia il campo, come un pellegrino che rimette piedi dopo anni a San Giovanni Rotondo.
Perché sì, Alex Martino tra i pali è semplicemente formidabile. Riflessi, coraggio, uscite da urlo: c’è tutto. Ma ogni tanto – e chi lo conosce lo sa – la combina grossa. Una di quelle papere borderline che trasformano gli ultimi minuti in un test cardiaco.
E come nelle migliori favole calcistiche, nei primi tre minuti di recupero il Black Jack trova la zampata vincente, ribalta tutto e porta a casa tre punti da leggenda.
“Alex l corn ca tin, ci fa vivere ogni partita come un episodio di ‘Squid Game’” ha dichiarato Traversa, ancora pallido.
Ex Brescia, cuore Black Jack, Martino è il portiere forte, fortissimo ma che non ti lascia mai tranquillo…e ti fa battere il cuore. Più forte. Più spesso. Forse troppo. Ma vuoi mettere il brivido?

